LA MIA STORIA NEI "GIOVANI SESTESI"

La mia storia nei "GIOVANI SESTESI" attraverso le immagini

lunedì 9 dicembre 2013

09 Dicembre 2013

Ieri si sono svolte le primarie del Partito Democratico e per una questione di correttezza del ruolo di cui sono stato chiamato a ricoprire non ho votato, ma, non è un segreto che da anni sono un attento sostenitore di Matteo Renzi e partendo dal titolo del comunicato che ho letto dei "RENZIANI SESTESI" vorrei partire facendo una personale riflessione. IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE! bene, sono contento e aspetto fiducioso che il comitato pro Matteo Renzi ci faccia conoscere i progetti e i programmi per il rilancio dela politica del Nuovo PD Sestese.Non più di qualche settimana fà in occasione di un incontro pubblico ho personalmete avuto un diverbio con il Presidente del Consiglio Comunale Boccia perchè ho espresso un pensiero su coloro che eletti in un partito si permetto di tradire l'elettorato e andare per una convenienza personale da un'altra parte. Ho apertamente dichiarato che la forza di una lista civica è quella di poter dire o sostenere un pensiero, un progetto, un'idea a prescindere del coloro o dell'appartenenza, per me un'idea, un progetto, un pensiero è buono a prescindere e il loro comportamente per me non era corretto. Detto questo noi non abbiamo nessuna preclusione nei confronti di Matteo Renzi, come non si possono condividere I TAGLI DELLA POLITICA, L'ELIMINAZIONE DELLE PROVINCE, LA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI, LA VOGLIA DI RILANCIO ECONOMICO DEL NOSTRO PAESE ECC. ECC. , se poi come ho più volte ripetuto anche Matteo Renzi sarà solo chiacchiere LO MANDEREMO A CASA però proviamoci.
 
Cari amici "Renziani" di Sesto San Giovanni noi guardiamo con molto interesse al vostro pensiero e ai vostri progetti che se messi in pratica nella nostra città non può che trovarci vicini, altrimenti sarete peggio della vecchia politica.
Paolo Vino

giovedì 7 novembre 2013

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Dimmi con chi vai e rti dirò chi sei. Era già scritto e deciso che il bar di piazza Oldrini sarebbe andato o andrà ad Esselunga, altrimenti non si potrebbe spiegare come Mr Caprotti avrebbe contribuito al lustro di Piazza Oldrini, ma va bene, però non prendeteci per stupidi. Avevamo contestato o meglio aiutato l'Amministrazione Comunale nel cercare un commerciante nababbo che avesse voglia di anticipare 2.200.000,00 euro per aver in concessione trentennale il futuro bar di Piazza Oldrini ovviamente non l'abbiamo trovato (NOI) però ci viene un dubbio: non sarà che come dice il Dirigente Dott. Fabbri è stato costituito un bando su misura?

martedì 4 giugno 2013

Ieri sera dopo aver assistito al consiglio comunale, valutando la situazione attuale mi sono venute in mente alcune riflessioni che poi ho scritto.
Ancora una volta i Giovani Sestesi hanno dato prova di serietà e responsabilità sostenendo e sottoscrivendo l’ordine del giorno su Città della Salute e della Ricerca, sempre più convinti dell’importanza del suo insediamento a Sesto San Giovanni. Ci siamo presentati alla città con un programma elettorale che nasceva da  tutti i suggerimenti, i consigli e le critiche dei cittadini raccolti in tanti anni di attività per le strade. Tante proposte per il bene comune che da quando sediamo in Consiglio Comunale, abbiamo difeso con tutte le nostre forze; abbiamo anche sempre dato  la nostra disponibilità nel sostenere tutto ciò che porta beneficio ai cittadini sestesi e alla nostra città. Siamo pronti a farlo ancora in qualsiasi momento ci venisse chiesto, ribadendo il nostro non è un impegno di colore ma di sostanza. Crediamo che dopo un anno di insediamento  amministrativo sia arrivato il momento di una revisione della “macchina” ;  serve inserire una marcia in più dando corpo ad una macchina che sappia divorare la strada, in un percorso tutto in salita che ci aspetta nei prossimi anni. La città oggi vuole risposte, è spenta, soffre situazioni di degrado urbano, manca di appeal commerciale, e non riesce ad uscire dalla morsa causata dai tagli del Governo Centrale. Ora osserviamo un nuovo Governo che, costituitosi sotto forma di Governo di “Responsabilità”, sta provando a mettere da parte la mera appartenenza politica collaborando per fare uscire l’Italia dalla crisi, ma  allo stesso tempo ognuno mantiene ben saldi i punti del programma per cui si sono messi in gioco candidandosi alla guida del paese. Funzionerà? Per una Lista Civica come la nostra questo si chiama buon senso. Con questa aspettative noi ci siamo messi in gioco, e potremmo dare la disponibilità politica, perché è vero che chi vince comanda, ma quello che poi vale è il risultato finale. E se sono rose fioriranno.
Paolo Vino
Segretario
Politico Giovani Sestesi

giovedì 16 maggio 2013


16 Maggio 2013
di Paolo Vino

foto di Agnes Preszler
Certo che non si finisce mai di scoprire quanti “servi del potere” ci sono in giro. Una volta si diceva che bastava una paletta e un cappello per arrogarsi di potere, mentre oggi neanche più quelli, visto che basta tifare la stessa squadra o essere dello stesso partito per sentirsi chissà chi. Credo che con questo tipo di atteggiamento/comportamento si fa della propria professione un nullità, un pò come quando leggi  gli articoli di gossip scritti sul giornale, vuoti di contenuti ma che hanno preso il posto di articoli  seri e svolti con professionalità, solo perché si pensa che crei più interesse nella gente, senza sapere che si fa un torto alla cultura. A queste persone dico: non chiedetevi se un giorno Vi vedrò in giro ad elemosinare un posto di lavoro, perché siete stati voi stessi con le vostre scelte a mettervi in questa condizione.

lunedì 6 maggio 2013

SI PARTE!!!!!
Correva l'anno 2008 e il Sindaco OLDRINI annunciava l'inizio dei lavori in piazza 1° Maggio

Paolo Vino 07 Maggio 2013

domenica 5 maggio 2013

Quando non si sa cosa dire si preferisce nascondersi dietro la frase  
"RITENIAMO SUPERFLUO REPLICARE",
ma secondo Voi, se avevo detto una cosa non giusta credete che il comunicato/replica sarebbe stato così sterile???
La realtà è che ho detto la verità e quando dici la verità c'è poco da dire/fare, così, per NON replicare si "SPRECA INCHIOSTRO" per dire NULLA.
Qui di seguito vi ripropongo la NON risposta dei tre consiglieri di SNC al comunicato stampa del 02-05-2013 dei Giovani Sestesi pubblicato su Sesto Notizie a proposito dell'articolo uscito su IL GAZZETTINO in riferimento alla Piscina Carmen Longo del 02-05-2013 





IMPIANTI SPORTIVI, ECCO LA "NON REPLICA" DI GIANPAOLO CAPONI (SESTO NEL CUORE) A PAOLO VINO (GIOVANI SESTESI): INUTILE SPRECARE FIUMI D'INCHIOSTRO SUL NULLA...

Sesto San Giovanni
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   In merito al comunicato che la Lista Civica Giovani Sestesi ci ha inviato relativamente agli impianti sportivi sestesi e alla "paternità" della Cittadella dello Sport, registriamo la risposta della Lista Civica Sesto Nel Cuore, che pubblichiamo: "Gentile Direttore, ci riferiamo al comunicato, a firma Paolo Vino, pubblicato dal Suo giornale. Con tutti i problemi che affliggono la nostra città è veramente triste vedere come si sprechino fiumi di inchiostro inutili sul nulla. Riteniamo totalmente superfluo replicare. Cordialmente. Gianpaolo Caponi (Capogruppo Lista Civica Sesto nel Cuore) Angela Tittaferrante (Consigliere comunale) Pierantonio Pavan (Consigliere comunale)"

giovedì 28 marzo 2013

 
28 Marzo 2013
Paolo Vino
 
 
Più passano i giorni e più e chiaro lo scenario politico, giornalistico e associazionistico che si sta delimitando. Esistono i così detti "SERVI" che per un tozzo di pane farebbero di tutto anche cose inaccettabili, esistono i trombati che vagano da una parte all'altra in cerca di un posticino e/o di visibilità perchè ormai contantano come un due di picche quando la briscola è quadri, esistono quelli tutto di un pezzo con la schiena diritta, esistono gli onesti, quelli che us...ano i pochi mezzi per fare il bene comune. Ma attenzione ai furbetti perchè quando meno te lo aspetti sono pronti a cavalcare la tua onda oppure a screditarti che spesso e più facile e li fa godere di più. Una cosa è certa: l'ossigeno è finito!!!!!! scendete da quel piedistallo di carta e come dice il nuovo Papa Francesco la vostra "CASA" è la gente, sono le strade è il bene comune.Visualizza altro

mercoledì 20 marzo 2013

QUESTA FOTO LA DEDICO AL MONDO POLITICO SESTESE. ALCUNI SOGGETTI DOVREBBERO LEGGERE ATTENTAMENTE E VALUTARE SE STANNO FACENDO REALMENTE QUELLO PER CUI SONO STATI ELETTI. CHI HA LA CODA DI PAGLIA FARA' IL CINEMA, CHI INVECE CREDE DI ESSERE A POSTO CON SE STESSO METTERA' UN MI PIACE.
 
Paolo Vino
L'INVIDIA E' UNA BRUTTA COSA, L'IGNORANZA ANCOR DI PIU' PER NON PARLARE DELL'ARROGANZA E DELL'INCOMPETENZA. IL CONFRONTO AD ARMI PARI NON E' NELLE CORDE DI MOLTI, PREFERISCONO USARE ALTRI METODI PER NON AFFRONTARE IL CONFRONTO. SPESSO MI CHIEDO PERCHE' LO FACCIO MA UN'ISTANTE DOPO DICO PERCHE' NO, PERCHE' DEVONO VINCERE LORO CHE VOGLIONO FARE SOLO IL LORO INTERESSE PASSANDO SULLA PELLE DEGLI ALTRI .
 
Paolo Vino
Ogni giorno sta diventando un bollettino di Guerra. Ancora un'altro imprenditore che si è tolto la vita perchè non copriva i debiti, perchè si vergognava di non riuscire a mantenere la sua famiglia e ancora per la stretta morsa delle tasse. M quello che mi fa "incazzare" è che nessun amministratore della mia città ha scritto due righe, come se sono di un'altra specie. Le persone sono tutte uguali e come ci si indigna per le morti bianche sul lavoro bisogna indignarsi per le morti bianche del commercio e dell'imprenditoria. Mi auguro di non dover più leggere di imprenditori o commercianti che si tolgono la vita per problemi di tasse o banche.
 
Paolo Vino
Alcuni Giornalisti o servitori (in modo affettuoso come dice Grillo) preferiscono mettere certe notizie on line piuttosto che sul proprio cartaceo perchè le guardano meno persone e passano più innosservate, peccato perchè spesso alcune persone prima di rilasciare certe dichiarazioni dovrebbero collegare il cervello. Fortuna vuole che ci sono altri giornali (veri) ON LINE che pubblicano senza input di padroni o amici vari. Con amicizia
 
Paolo Vino
                            Foto: PER NON DIMENTICARE.

Il 16 marzo 1978 gli uomini della scorta di Moro vengono uccisi da un comando delle Brigate Rosse all'incrocio tra via Fani e via Stresa, a Roma.
Questa è la storia di cinque persone, poliziotti e carabinieri che hanno dato la loro vita per proteggere il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro: eroi del quotidiano, dimenticati troppo in fretta che in questa puntata raccontiamo attraverso i ricordi dei loro familiari.
Erano ragazzi semplici, padri affettuosi, mariti presenti, figli e fratelli adorati. Carabinieri e poliziotti con un forte senso di responsabilità nei confronti del servizio e dello Stato, uccisi mentre compivano il loro dovere.

Domenico Ricci era un appuntato dei carabinieri e aveva 42 anni; Giulio Rivera era un agente di polizia di 25 anni, Francesco Zizzi, era un vice brigadiere di polizia e aveva 30 anni; Raffaele Iozzino era un agente di polizia di 25 anni; Oreste Leopardi era un maresciallo dei carabinieri di 52 anni. Per le loro famiglie, dopo 29 anni di silenzio, di dolore e di ricordi, la ferita è ancora aperta non solo perchè hanno perso i loro cari, non solo perchè il tempo non può cancellare il dolore, ma perchè sono stati lasciati soli.


APPROFONDIMENTO
Domenico Ricci 
Il carabiniere Domenico ricci, Nasce a San Paolo di Jesi, in provincia di Ancona, nel 1934. Abile motociclista, entra a far parte della scorta di Moro alla fine degli anni Cinquanta. Diviene il suo autista di fiducia e non lo lascia fino alla morte. Il 16 marzo 1978 si trova al posto di guida della Fiat 130 su cui viaggiava il Presidente della DC. A 42 anni lascia una moglie e due bambini.

La moglie Maria Ricci, racconta: ?Lui sapeva del pericolo che correva, era molto preoccupato. Mi diceva sempre - Stai tranquilla, tu pensa ai bambini. Ho saputo della sua uccisione dalla radio e sono svenuta. Quando mi sono ripresa c'era la mia vicina ad assistermi. La casa si è riempita immediatamente di gente: non capivo più niente. Il giorno dei funerali, vedendo i politici, ho avuto solo una grande rabbia perché vedevo quelle persone'era come se non gli interessasse la morte di quei cinque uomini. E poi la disperazione: guardavo i figli, li abbracciavo'non pensavo a me, ma a lui che non li avrebbe più visti e a loro che non avrebbero più visto il padre. Ci siamo conosciuti a Staffolo, a casa dei nostri genitori. Mi disse -Tu mi piaci, vorrei fidanzarmi con te. All'inizio non volevo. Poi mio padre mi disse che era una brava persona e così ci siamo fidanzati per circa otto anni. Poi ci siamo sposati. Era un uomo adorabile. Per lui, il primo figlio era un dono di Dio. Ogni volta che andava a parlare con le maestre portava una rosa. Quando mio marito parlava del suo lavoro con il Presidente Moro, sembrava avesse vinto un terno a lotto. Infatti aveva dei bellissimi rapporti d'amicizia con tutta la famiglia Moro. Durante questi vent'anni ho provato tanta disperazione, tanta rabbia ed angoscia. Per me è stata una lotta atroce. Ma avevo fatto una promessa a mio marito. Gli giurai che avrei cresciuto i nostri figli come voleva lui.?

Oreste Leonardi
Oreste Leonardi nasce nel 1926 a Torino. Mentre frequenta il II ginnasio, Oreste rimane orfano del padre che muore durante la seconda guerra mondiale. Da quel momento decide di terminare gli studi e di arruolarsi nell'Arma dei Carabinieri. Dopo aver lavorato in diverse sedi, viene inviato a Viterbo. Lì diviene istruttore alla Scuola Sabotatori del Centro Militare di Paracadutismo e nel 1963 viene chiamato come guardia del corpo dell'On. Aldo Moro. Il maresciallo Leonardi era l'ombra di Moro, la sua guardia del corpo più fedele: quel 16 marzo del 1978, trovandosi nel sedile anteriore della macchina del Presidente, vicino al posto di guida, è proprio lui a compiere un tentativo estremo per proteggere Moro con il proprio corpo.
A 52 anni ha lasciato una moglie e due figli.

La moglie, Ileana Leonardi ci racconta: ?Quella mattina mio marito si è alzato, mi ha portato, come sempre, il caffè a letto e prima di uscire ha aperto l'armadio per prendere le pallottole. Gli ho chiesto perché, e lui mi ha risposto -Così, per sicurezza-. Ad un certo punto mi ha chiamato una mia cugina e per chiedermi dove fosse Oreste: evidentemente aveva sentito qualcosa alla radio. All'inizio nessuno sapeva con precisione come fossero andate le cose. Dopo poco abbiamo saputo che i ragazzi della scorta erano morti tutti. Non mi hanno fatto muovere da casa fino a quando non ci sono stati i funerali. Il giorno dei funerali, penso che se lo ricordino tutti, per noi è stato un incubo tremendo. La mattina dopo mi sono alzata presto e sono andata sola al cimitero per stare un po' in pace con mio marito. Ci siamo conosciuti a Viterbo, durante una festa di carnevale. Ci siamo piaciuti subito, tanto che il dicembre successivo ci siamo sposati. Quando iniziò a fare la guardia del corpo dell'On. Moro, era entusiasta. Mio marito era innamorato del Presidente. Tra di loro nacque un rapporto d'amicizia e di fiducia così forte che l'On. Moro voleva che Oreste dormisse nella stanza accanto alla sua quando si recavano all'estero. La nostra disperazione è derivata anche dal fatto che durante tutti questi anni ci siamo trovati soli. Lo Stato non ci ha messo a disposizione psicologi, come si usa fare adesso. ? 

Francesco Zizzi
Francesco Zizzi, nasce a Fasano, in provincia di Brindisi, nel 1948. Entrato nella Pubblica Sicurezza nel 1972, quattro anni dopo vince il concorso per la scuola allievi sottufficiali di Nettuno. Il 16 marzo del 1978 è il suo primo giorno al servizio della scorta di Moro. Si trova nell'alfetta che precede la macchina dell'Onorevole, seduto al posto del passeggero.
Muore a trent'anni come vice brigadiere di polizia, durante il trasporto all'ospedale Gemelli di Roma.

Adriana Zizzi, la sorella di Francesco ci racconta: ?Quella mattina ha sostituito un suo collega; quello era il suo primo giorno di servizio. Provo tanto orrore nell'immaginare la violenza che ha subito in Via Fani. Ero in casa quella mattina. La notizia me la diede mio suocero. Non della morte mio fratello, ma del fatto che avessero rapito l'On. Moro. Mi dispiacqui molto, ma non pensai minimamente che potesse essere capitato qualcosa a mio fratello. Io non sapevo che faceva parte della scorta di Moro. Francesco è stato trasportato al Gemelli subito dopo l'attentato a Via Fani ed è morto alle 12.30. Nel tardo pomeriggio abbiamo raggiunto Roma: la città era deserta, non c'era nessuno per strada. Andammo al Viminale e qualcuno ci indicò il nome dell'albergo che dovevamo raggiungere. Arrivati in albergo ancora ignari, abbiamo trovato i familiari degli altri caduti, tutti in pianto; c'era un clima terribile: lì ho capito che era morto mio fratello. Mia madre è stata l'ultima ad uscire dalla camera mortuaria: ha ottenuto di rimanere sola con il figlio. Francesco era un ragazzo molto socievole, amabile, allegro. Frequentavamo insieme l'istituto magistrale, facendo la spola da Fasano a Conversano. In macchina era sempre allegro. Aveva una passione: amava cantare e si esibiva con la chitarra. Quando decise di entrare in polizia lo fece solo per provare. Non c'era il suo progetto di vita. Gli diedero come prima sede Parma. Nel febbraio del '78 era già stato trasferito a Roma. Chiese il trasferimento lì perché era fidanzato con una ragazza di Latina, Valeria. Ottenne quel trasferimento e fu la fine. Per lunghi anni mi sono sentita diversa, come se portassi un marchio. Ancora succede che le persone mi identifichino come la sorella di Francesco Zizzi. E questa cosa mi turba, mi turba ancora. Mi da agitazione, inquietudine. In questi anni la nostra vita è stata cadenzata anniversari, ricorrenze, manifestazioni, monumenti. Sicuramente queste iniziative ci fanno piacere perché possa rimanere la memoria di questi poveri caduti, un messaggio educativo per nuove generazioni. Per noi però, tutto riapre nei nostri cuori una ferita che non si è mai rimarginata.?

A Francesco Zizzi hanno dedicato la Caserma della Polizia di Stato di Fasano.

Giulio Rivera
Giulio Rivera, nasce nel 1954 a Guglionesi, in provincia di Campobasso. Nel 1974 si arruola nella Pubblica Sicurezza e viene chiamato al servizio della scorta di Aldo Moro. Il 16 marzo si trova alla guida dell'alfetta che precede la macchina del Presidente. Muore a 24 anni all'istante, crivellato da otto pallottole.

Ci ha raccontato Carmela Rivera, sorella di Giulio: ?Quella mattina ha fatto le cose di sempre: si è alzato, preparato e andato dall'On Moro. Mi telefonò mia cugina e mi disse che avevano rapito Aldo Moro e che avevano annientato la scorta, ma ancora non sapevamo come fosse accaduto e se qualcuno fosse ancora vivo. Nessuno ci disse niente. Partimmo subito per Roma. Lungo la strada, durante il primo posto di blocco ci fermarono e quando seppero che eravamo i Rivera ci fecero le condoglianze. Dalla sua morte, quando ho qualche problema, vado davanti la foto di mio fratello e gli chiedo di risolverlo. Così mi sento più tranquilla. Se solo chiudo gli occhi e lo rivedo in quella bara'non è piacevole. A casa non ho una sua foto in divisa: non riesco a sopportarlo.?

Angelo Rivera, fratello di Giulio, ci racconta: ?Quel giorno sono tornato a casa prima perché mia moglie era incinta. Quando sono arrivato l'ho vista piangere e mi ha detto che mio fratello era morto. Sono subito partito per Roma. Dopo il Viminale ci portarono in Via Fani e ci fecero vedere dov'era accaduto il fatto. Il 18 marzo l'ho visto nella camera ardente. Del funerale ricordo una gran confusione. Erano tutti e cinque vicini. Poi i giornalisti, le telecamere e le grida di noi parenti' Si faceva voler bene da tutti, specialmente dai bambini. Poi ha deciso di fare la domanda in polizia ed è partito. Il 19 marzo, dopo i Funerali di Stato abbiamo rifatto in paese le cerimonie funebri, con lutto cittadino. A volte mi sveglio la mattina e senza dire a nessuno vado al cimitero per stare solo con lui.?

Raffaele Iozzino 
Raffaele Iozzino nasce in provincia di Napoli, a Casola, nel 1953. Nel 1971 si arruola nella Pubblica Sicurezza, frequenta la scuola di Alessandria e viene successivamente aggregato al Viminale e quindi comandato alla scorta dell'On. Moro. Il 16 marzo del 1978 si trova nel sedile posteriore dell'alfetta che precede la macchina del Presidente. Muore come agente di polizia a solo 25 anni.

Ciro Iozzino, fratello della vittima, ci racconta: ? Quella mattina si accingevano a fare la loro buona giornata di lavoro, assicurando la massima protezione all'On. Moro. Io ero tra i campi ad aiutare mio padre. Avevo la radiolina accesa quando, purtroppo, interruppero le trasmissioni per dare la notizia del sequestro. Capii subito che quel giovedì era di servizio. Durante quei momenti atroci, mio fratello riuscì a scendere dalla macchina, forse non visto da qualcuno di loro e riuscì a sparare dei colpi rotolando per terra. Non servì a niente perché il fuoco incrociato dai tre lati non gli permise di fare altro. Ci mettemmo subito in contatto con i Carabinieri ma nessuno sapeva niente. Solo dopo qualche ora vennero i carabinieri di Cragnano per portarci a Roma. Da quando lo vidi nella camera ardente, ce l'ho sempre davanti agli occhi. Me lo ricordo come se fosse oggi.?

L'altro fratello di Raffaele, Vincenzo Iozzino ci ha raccontato: ?Quella mattina ero solo; ho acceso la televisione e davanti a me si è aperto un quadro terrificante: la prima immagine che vidi fu un corpo a terra con un lenzuolo bianco sopra. Quello era proprio Raffaele. Eravamo una modesta famiglia di campagna, all'interno di un piccolo paese: siamo sempre stati molto uniti Prima di morire, mio fratello ci raccontò che c'era la speranza che Moro diventasse Presidente della Repubblica e quindi ci disse che il suo lavoro sarebbe migliorato. Dalla sua morte, si è persa la tranquillità familiare; durante i primi tempi c'erano continui litigi tra di noi, causati dall'angoscia di tutti.?

4 marzo 2007: lettera aperta dei familiari delle vittime
Il 27 febbraio 2007 la puntata speciale di Studio Aperto dedicata a 'Il ritorno delle brigate rosse' e condotta da Claudio Martelli, ha mandato in onda una lunga intervista a Alberto Franceschini, fondatore storico del gruppo terroristico nel lontano 1970 insieme a Renato Curcio.
Lo speciale e stato realizzato proprio in via Fani nel luogo in cui venne rapito Moro e rimasero uccisi gli uomini della sua scorta.

Il 4 marzo 2007, i familiari delle vittime hanno inviato a diverse testate una lettera aperta per commentare le immagini e le parole ascoltate durante l'intervista. E cosi l' hanno commentata: ?Tale proiezione ci ha riportato indietro di trent'anni, a quel terribile giorno in cui le nostre vite si fermarono insieme a quelle dei nostri cari, ci ha inorridito vedere un terrorista accanto alla lapide che ricorda l'eccidio, ci ha disgustato sentirlo parlare di Brigate Rosse proprio in quel luogo di 'memoria storica' per la Nazione tutta. Silenziosamente sino ad oggi, in quanto educati dai nostri caduti nel rispetto delle Istituzioni e nel credo cristiano, abbiamo taciuto sui vari accadimenti degli ultimi tempi. Abbiamo silenziosamente osservato Sergio D'Elia, ex terrorista di Prima linea, essere eletto segretario di presidenza della Camera dei deputati, abbiamo fissato l'ex terrorista Susanna Ronconi essere nominata alla Consulta nazionale delle tossicodipenze, abbiamo assistito l'ex brigatista Barbara Balzerani, nè dissociata nè pentita, ottenere la libertà condizionata nonostante il parere negativo espresso da noi familiari al Magistrato di Sorveglianza (parere che data la nostra discrezionalità non è mai stato dato in pasto alla stampa), ed ora, infine, siamo costretti ad assistere all'esaltazione mediatica dell'ex BR Franceschini proprio sul luogo in cui vennero uccisi gli uomini della scorta di Moro (come purtroppo vengono ormai ricordati i cinque agenti, precipitati nel limbo della dimenticanza comune). Abbiamo avuto sempre la massima discrezione, nel rispetto dei valori e delle Istituzioni, assistendo in cristiano silenzio al ritorno, in primo piano, degli ex terroristi. Li abbiamo guardati presentare libri, tenere convegni, salire in cattedra, entrare a far parte delle Istituzioni stesse, assistere, infine, all'ennesima loro 'escalation mediatica' in puro stile ?al-qaediano? sul proprio ricordo di quegli anni, come se quella stagione avesse avuto per protagonisti, agli occhi dei telespettatori, i soli componenti della lotta armata.?
Con sdegno, rammarico e commozione i familiari della Strage di via Fani.

da http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/quelli-di-via-fani/594/default.aspx
LA STRAGE DI FANI e L'UCCISIONE EL PRESIDENTE ALDO MORO CAMBIO' VOLTO ALLA POLITICA. MA NON DOBBIAMO DIMENTICARE COLORO CHE PER LO STATO (cioè noi) HANNO DATO LA VITA.
Paolo Vino

venerdì 8 marzo 2013


PAOLO VINO Segretario Politico e capolista dei GIOVANI SESTESI a tribuna elettorale RAI 3

PAOLO VINO Segretario dei GIOVANI SESTESI presenta il candidato a Sindaco dei GIOVANI SESTESI per le elezioni amministrative 2012 a Sesto San Giovanni. (nella foto Alessandra Aiosa e Paolo Vino)

L'INNO DEI GIOVANI SESTESI scritto da SILVIO POZZOLI e PAOLO VINO

lunedì 14 gennaio 2013

Rispondo an un articolo comparso su Sestonotizie.it questa mattina. Potete leggerlo cliccando il link qui di seguito.

http://www.specchiosesto.it/Lo_Specchio_di_Sesto_San_Giovanni/HOME/Voci/2013/1/14_RICEVIAMO_E_PUBBLICHIAMO__Commercio_e_aree_Falck%2C_Vino_(Assocommercio)__caro_Sig._Sindaco_e_Egr._dott._Bizzi%2C_chiediamo_chiarezza_altrimenti_scenderemo_in_piazza.html


Egr. Direttore,
ringrazio per l’importanza che mi date ma non credo interessi così tanto ai lettori di Sesto Notizie cosa il cittadino Paolo Vino voterà alle prossime elezioni; per quanto riguarda la Lista Civica Giovani Sestesi se ci saranno indicazioni di voto da parte del direttivo, come sempre riceverete ufficialmente un Comunicato Stampa. Detto questo chiedo a voi, come agli atri giornali che si occupano di fare informazione sulla nostra città, di non spegnere i riflettori su un problema molto importante e grave, assolutamente da non sottovalutare, che è il “ Moribondo ”  commercio di vicinato. Siamo molto determinati visto gli articoli apparsi in questi giorni su varie testate; oggi ho avuto in prima mattinata un incontro con un gruppo di commercianti arrabbiati e pronti a fare una serrata dei negozi se non dovessimo ricevere risposta alla lettera inviata al Sindaco Chittò e al Dott. Bizzi. Sommatelo poi al fatto  che non vi è un progetto di rilancio e non vi sono risposte su i fondi che sarebbero dovuti arrivare dal Distretto del Commercio, chiedo a voi di valutare lo stato d’animo che i commercianti dovrebbero avere. Nel ringraziarvi dello spazio che ogni volta mi dedicate sul vostro giornale che, come già espresso e detto in passato, dovrebbe entrare nella rassegna stampa del sito del comune di Sesto San Giovanni, auguro a tutti voi un buon lavoro.
Cordialmente
Paolo Vino